Rapporto sulla stabilità finanziaria

Il rapporto comunicato da Bankitalia sulla stabilità finanziaria del paese mi appare un pò confusionario e non molto lineare però sicuramente non così tragico come certi media lo stanno riportando. Alcuni parlano addirittura di perdite di ricchezza per le famiglie di centinaia di miliardi imputabili al Governo Conte… cifre che riguardano i primi sei mesi dell’anno di mercati azionari mescolati con quelli obbligazionari, relativi ad un rallentamento dell’economia mondiale o prese di beneficio, confuse con l’impoverimento degli italiani dovuto dal nuovo esecutivo in carica dal 1 giugno.

Non si può certo negare l’aumento del differenziale tra i nostri BTP decennali e i corrispettivi Bund tedeschi che comporta una diminuzione di valore dei titoli di Stato Italiani ed eventualmente, solo nel lungo termine, ad un aumento della spesa per interessi sul debito ed un aumento dei tassi per i futuri mutui e prestiti. Questo riguarda la comprensione della manovra economica italiana da parte dei Commissari UE. Ma è incredibile la strumentalizzazione politica, l’ignoranza e la malafede di certi giornalisti che evidentemente vogliono creare paura nelle persone.

Credo anche che Banca d’Italia dovrebbe prestare più attenzione ai suoi comunicati ricercando la chiarezza in modo da ridurre le tensioni invece di favorirle. Non deve essere prona al governo, ma sarebbe auspicabile una maggiore precisone.

rapporto.

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Piano A o Piano B

euroLa Politica in Europa è stata un disastro. L’austerità, i vincoli economici e produttivi imposti e una Unione valutaria che ha depresso alcuni Stati e favorito altri senza uniformare modalità fiscali e politiche sociali hanno portato alla disgregazione di quella appartenenza, del “sentimento”, di quel bello (poco) che avevamo costruito, facendo rinascere nazionalismi forse, per ora, solo di “necessità”.

I personaggi che finora hanno mosso i fili di questo fallimento hanno impresso la data di scadenza in fronte, ma nonostante questo continuano a cercare di imporre i diktat voluti da regole ormai evidentemente da rivedere, se non da cancellare, alla luce degli stimoli finanziari e dalle tutele necessarie per fare fronte alle nuove dinamiche del lavoro, esigenze sociali e rallentamenti delle economie.

Economisti, Premi Nobel come Stiglitz, Munchau, Fitoussi da tempo suggeriscono di cambiare la rotta in questo senso, un’altra Europa deve essere possibile, una maggiore integrazione economica fiscale e sociale quindi è auspicabile ma se non fosse possibile occorre una eventuale maggiore autonomia monetaria non l’obrobrio economico attuale. Le prossime elezioni europee sono vicine e questa sarà la scelta da fare. Così è fallita e non può più reggere

Piano A o Piano B

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Ma cosa c’è in Europa? Cosa c’è in Lussemburgo?

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Ma cosa c’è in Europa? Cosa c’è in Lussemburgo?

Come è possibile eleggere Presidente della Commissione Europea un Lussemburghese in evidente conflitto di interesse con il suo Paese, dove è stato il “Reggente” per decenni, diventato sempre più e sempre più per suoi accordi personali (vedi Amazon), Capitale dei Paradisi Fiscali al centro della Comunità Europea, dove le Multimiliardarie Big Company fanno a gara a portare le loro sedi?

Juncker, che è stato anche Governatore della Banca Mondiale, del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Europea per la ricostruzione e lo sviluppo, fu costretto alle dimissioni dal governo del Lussemburgo l’11 luglio 2013, a seguito di uno scandalo riguardante i servizi di intelligence, accusato di aver costituito una vera e propria polizia politica segreta e di aver schedato illegalmente centinaia di migliaia di cittadini.

Candidato PPE (centrodestra), fu eletto presidente della Commissione Europea il 28 giugno 2014. Venne designato da 26 capi di Stato e di Governo (tra cui Renzi) dei 28 Paesi membri dell’Unione europea come nuovo presidente della Commissione e venne scelto a maggioranza qualificata e non all’unanimità a causa del dissenso sollevato dal Conservatore britannico primo ministro David Cameron e dal primo ministro dell’Ungheria, l’euroscettico di destra Viktor Orbán.

I 5 anni della sua Presidenza hanno portato all’agonia dell’Unione, alla disgregazione sociale, all’aumento della povertà e delle disuguaglianze, senza nessuna visione comunitaria, senza un vero progetto futuro di unione, senza rispetto per la diversità culturale, sociale, industriale, artigiana e contadina, solo vincoli e leggi che hanno portato  alla perdita delle piccole grandi eccellenze a favore del capitalismo mondialista, alle delocalizzazioni, alle mancata redistribuzione del ricchezza, e, infine, alla (ri)nascita dei populismi.
Viene davvero il dubbio che tutto questo è stato voluto, previsto e, questo sì, programmato!

 

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Il Debito Pubblico Italiano a Ottobre 2018

Primi Berlusconi,Andreotti, Amato, Renzi, Gentiloni, Letta, e Craxi. Prodi solo 6°, si è dichiarato il Re delle Privatizzazioni ma per molti è stato il fautore delle Svendite che hanno impoverito l’Italia.
Questi “Governanti” comunque da soli hanno fatto 1.900 miliardi di euro di debito sui 2300 attuali ma per i “Lussemburghesi” d’Europa e i Media di Potere il problema è il DEF del Governo GialloVerde…

Ma a chi vogliono raccontarla?

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Se il Socialismo è morto, la Socialdemocrazia è in fin di vita

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Le disuguaglianze sociali in questi ultimi anni si sono accentuate e 5Stelle e Lega hanno vinto le elezioni italiane fondamentalmente perché sono stati più credibili nei programmi per le risoluzioni delle problematiche socio economiche, che si evidenziano nella vita reale delle persone, rappresentando la speranza del cambiamento necessario. I partiti tradizionali sistemici, con la loro spocchiosa presunzione di essere i migliori/competenti, quando spesso sono stati scoperti con le mani nel sacco, e con il servilismo alle logiche di austerità imposte dall’Unione Europea, evidentemente, sono stati ritenuti responsabili della forbice allargata tra i ceti mediobassi e “l’Elite”.
L’Unione Europea, sempre più Germanocentrica, attenta e interessata più alla valuta e al mantenimento della competitività della locomotiva tedesca e dei paesi del nord che ad una distribuzione equa delle risorse, mantenendo paradossalmente paradisi fiscali all’interno della stessa Unione che inducono alla delocalizzazione di lavoro, tasse e capitale, ha fatto la sua parte, impoverendo paesi membri a vantaggio di altri e il PD e Forza Italia, nel turno elettorale,  sono stati percepiti come baluardi elettorali della classe agiata Radical Neoliberista del “Partito dei Parioli”, come etichettato da vari commentatori politici, ricevendo consensi relativi solo nei centri e nelle zone benestanti.

Approssimativamente, la rappresentanza della classe proletaria, precaria, disoccupata e con difficoltà sociali è passata dunque al M5S mentre gli interessi economici del logoro “motore” produttivo del Paese, espressa da quel che resta dei commercianti e dalle aziende di piccole dimensioni, continuamente “strozzate” da imposte e burocrazie, è andata a sostegno della Lega di Salvini.

Se si esclude salvataggi bancari e societari in rimessa, con disastrose gestioni in chiari conflissi di interesse, spesso salvaguardando gli stessi responsabili, la mancanza e la presunta impossibilità, per vincoli comunitari, di un vero intervento pubblico in economia, monetario, fiscale e di investimenti, ha ridotto lo spazio di manovra dei Governanti dei partiti sistemici, facendoli risultare non più credibili, oltre che incapaci di gestire equamente ed economicamente il Paese,  tra gli ultimi in Europa per crescita, debito e occupazione, nonostante la fase di espansione economica degli ultimi anni.

L’austerità in passato ha prodotto neonazismi ed è un vero rischio che abbiamo avuto e continuiamo ad avere e la marginalizzazione di componenti importanti della società ha comportato la nascita di tensioni che al momento sono state assopite soprattutto nel consenso di un movimento, pur con metodi democratici discutibili, e di un partito, come quello di Salvini, che insieme rappresentano la maggioranza degli italiani.

Sarebbe fondamentale, a questo punto, l’inclusione nel sistema e quindi al Governo, della rappresentanza di una massa di elettori che ha trovato nei 5Stelle una voce di protesta a queste politiche dissennate ottenendo una buona soluzione per arginare gli estremismi e rendere partecipe le persone ad un tentativo di processo di cambiamento che pare necessario, ripulendo il più possibile stanze di bottoni da conflitti d’interesse incancreniti e avviando strategie politiche ed economiche alternative.

Se il caro Partito Democratico prendesse coscienza di questo, già sarebbe qualcosa…

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L’Europa subito!

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Ora l’Europa Unita, ora è il momento di farne Una, il tempo è scaduto e il rischio è quello di un salto nel buio, un possibile ritorno al 1914, un triste passato…
I Tedeschi e quelli del Nord Europa sono bravi. Sono più “ordinati” di noi, metodici
La Nostra Bellezza e la nostra creatività possono comprarle o rubarle ma  non gli appartiene
Una vera integrazione totale, politica ed economica conviene a tutti gli Europei e ci renderebbe migliori
L’Europa va fatta
Subito!

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Vittorio Zucconi
“La Repubblica“, 11 gennaio 2014
«Dall’alto della propria torre orgogliosa la Morte guardò il suicidio dell’isola nel mare ai suoi piedi». Fu questo verso di Poe che la storica Barbara Tuchman scelse per narrare il secolo del suicidio europeo cominciato nel 1914, l’anno fatale nel quale il continente più prospero, colto, sviluppato, civile, più egemone che il mondo avesse mai conosciuto, decise, per ragioni ancora inspiegabili, di autodistruggersi. L’Europa fu il Cavallo di Troia di se stessa. Implose — senza invasioni né attacchi, né orde di barbari — spalancando le porte della storia al Secolo Americano…
Edgar Allan Poe
La città del mare
Ecco! La morte s’è eretto un trono,
lontano, in una strana città adagiata
nella solitudine del tenebroso occidente,
dove il buono e il cattivo, il migliore e il peggiore
hanno raggiunto la loro pace eterna.
Qui basiliche, palazzi, torri
(torri imponenti, benché rose dal tempo!)
a nulla somigliano di ciò che è nostro.
Attorno, obliate dalle aure tempestose,
rassegnate sotto la cappa del cielo,
stagnano le acque malinconiche.
Dal sacro cielo non scende alcun raggio
sull’eterna notte di quella città,
ma su dal livido male una luce lieve
si spande sulle torrette silenziose,
splende i pinnacoli liberi e lontani,
i duomi, le guglie, le reggie,
i templi, le mura simili alle babilonesi,
le pergole dimenticate da tempo, ombrose,
d’edere scolpite e fiori di pietra,
sulle meraviglie d’infiniti altari
i cui fregi a ghirlanda intrecciano
la viola, la mammoletta e la vite.
Rassegnate sotto la cappa del cielo
stagnano malinconiche l’acque.
Castelli e ombre talmente si confondono
che tutto sembra pendere dal cielo;
mentre da una superba torre della città
la Morte domina, gigantesca.
Qui santuari dischiusi e tombe spalancate
sbadigliano a filo delle onde fosforescenti,
Ma né la ricchezza che là giace
negli occhi indiamantati d’ogni idolo,
né i morti ingioiellati a festa
smuoveranno le acque da quel letto;
E ahimè, nessun brivido increspa
la superficie di quel deserto vitreo,
né gonfiore d’onda rivela che ci siano venti
su qualche lontano mare felice,
né palpito alcuno indica che ci siano venti
su mari meno orribilmente tranquilli.
Ma ecco! Un soffio nell’aria,
un’oscillazione sull’onda!
Le acque hanno ora più rossastri bagliori,
cupe e fioche respirano le ore,
quando tra gemiti disumani,
giù, giù, nella città sprofondata;
l’inferno, sorgendo da mille troni,
le farà l’inchino.

 

 

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Sfida alla Democrazia

4twrInsomma una cosa è certa, la riforma è un grande pasticcio.
Il titolo V da’ in mano al famigerato “interesse nazionale”, con quella clausola di supremazia, qualunque decisione strategica e a giudicare di come si sono mossi gli ultimi governi e Renzi in particolare con i suoi accordi (vedi JpMorgan e Multinazionali) e voti (tipo Verdini e De Luca e liste civiche collegate…), sarà nella direzione e in favore di interessi privati e di investitori particolari.

Il senato non viene eliminato e rischia di essere una accozzaglia di “signorsi” e indagati… Le regioni a Statuto Speciale rimangono e, anzi, le problematiche si ingarbugliano, aumentando la differenza con le altre regioni e la composizione stessa del Senato per la conseguente complicazione dell’elezione dei consiglieri siciliani, trentini e gli altri “speciali”.

Insomma mi sembra che le cose importanti siano come al solito ambigue e strumentali, abbastanza “fumose”, sbandierate con annunci e semplici slogan (come il “trappolone” del quesito referendario stesso) e le altre sono abbastanza marginali, compreso i fantasiosi risparmi… e intanto si continuano a sprecare soldi pubblici per municipalizzate aerei da guerra, pensioni d’oro ecc ecc e il debito e il peso finanziario degli italiani aumenta.

La Riforma che serve davvero all’Italia (e che non vogliono fare) è una migliore riforma fiscale per essere competitivi e farci ripartire. E una buona legge elettorale. Lasciate stare la Costituzione, il Titolo V e la clausola di Supremazia per favore… No a Inceneritori e Oleodotti per “interesse nazionale” (interesse di chi?) e la gestione della sanità si può, anzi si deve, ripensare, quella si.

Infine sarei curioso di sapere come gli attivisti per il SI, che tanto si sono battuti anche sui “social”,  vengono pagati (per rimborso spese?) a nero o da chi.
De Luca, Verdini e Cosentino salutano…

Non facciamo un passo indietro nella Democrazia per favore, non ci facciamo togliere diritti e sovranità ulteriori. Per noi, i nostri figli, per la gente per bene

Votiamo NO per favore

 

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Titolo V, Senato ed altre controversie Costituzionali

Voglio essere positivo, come del resto sono naturalmente. La bagarre Referendaria scatenata dalle due opposte fazioni, credo che un risvolto positivo lo abbia. In molti si sono avvicinati per la prima volta a certi temi riguardanti la “Carta Costituzionale”, argomenti complessi, che meritano, secondo me, attente valutazioni e confronti e non “voti di pancia” o sbrigativi slogan. Non è giusto infatti valutare questa riforma, riducendola ad un plebiscito pro o contro Renzi, anche se è sua la colpa di averla personalizzata e molti vedono di cattivo occhio la vicinanza del Matteo da Rignano con l’altro padre costituente Verdini e tutto il contorno di parenti e amici e di amici di parenti e amici, da quelli della JPMorgan a quelli della presunta P3. Ed è una conseguenza logica, dopo i favori fatti alle Società del Gioco d’Azzardo o ai famosi investitori internazionali a cui è stata spianata la strada, pensare automaticamente a disegni costituzionali calibrati ad hoc. A proposito, perchè dovremmo rinunciare alla proprietà dei nostri beni comuni agevolando gli investitori esteri che benificiano di regimi di tassazione migliori dei nostri? Non sarebbe meglio rendere le nostre aziende maggiormente competitive equiparando almeno la pressione fiscale ad un livello medio europeo con una riforma seria anzichè dispensare mance e mancette a destra e a sinistra, disperdendo risorse inutilmente?

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Ma andiamo nel merito, sicuri che cambiare tanto per cambiare non sempre porta bene, anzi…

  • Prendiamo il Titolo V, cioè quella parte della Costituzione italiana in cui vengono “disegnate” le autonomie locali: comuni (province) e regioni, le loro spese a carico dello Stato e le loro mancate responsabilità. Dopo l’ultimo “cambiamento”, la rifoma “federalista” del 2001, abbiamo visto che la Sanità, per esempio, ha avuto una involuzione negativa e forse è davvero il caso di riportare sotto controllo diretto dello Stato tale capitolo. Discorso diverso, secondo me, riguarda l’energia e l’ambiente. Se vince il SI, le Regioni si ritroverebbero completamente tagliate fuori da certe decisioni. Per l’attuazione della “clausola di supremazia”, dispiacerebbe molto se facessero un inceneritore alle porte di una città, ci fosse una trivella vicina ad un nostro preziosissimo litorale o arrivasse un oleodotto sotto la spiaggia più amata per il famoso “interesse nazionale”. Che poi bisogna valutare se davvero è un interesse nazionale o un interesse privato spacciato come pubblica utilità. Insomma il problema è di fiducia, meglio il governo centrale o forse sono migliori gli amministratori locali che possiamo probabilmente controllare meglio per certe questioni?
  • La Riforma del Senato… a prima vista sembra proprio che per un risparmio di poche decine di milioni (ben lontani secondo la ragioneria dello Stato dai 500 annunciati dalla Boschi) ci giochiamo l’eleggibilità dei senatori… Beh, non mi sembra un gran colpo, anche se il Governo annuncia un “testo finale” della riforma elettorale in cui inserirebbero la modalità con la quale definiscono l’elezione dei senatori… ma quale riforma elettorale, è ancora in pista l’Italicum? Mah… se vince il SI chissà cosa succede. Intanto la Costituzione sentenzia: “I Consigli regionali e i Consigli delle Province autonome di Trento e di Bolzano eleggono, con metodo proporzionale, i senatori tra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, tra i sindaci dei Comuni dei rispettivi territori”. Quindi, andranno in Senato chi avrà più voti tra i candidati senatori alle elezioni regionali oppure come decreta il ddl di riforma costituzionale ad eleggerli saranno comunque i Consigli Regionali e quindi i Partiti? … Non parliamo poi delle funzioni e compiti, che sembrano comunque molto gravosi e importanti per i nuovi Senatori. Pare che il Senato oltre ai disegni di legge costituzionali e ai disegni di legge non costituzionali, nei quali è esclusivamente organo di seconda lettura e di “proposta” di eventuali modifiche. abbia le seguenti funzioni: “raccordo” tra Stato ed enti territoriali (ma non sono riconosciuti significativi poteri, nell’ambito del procedimento legislativo, tali da garantire un’adeguata tutela delle istanze territoriali); partecipazione alla fase “ascendente e discendente” rispetto agli atti normativi comunitari (non tutti ma comunque significativi…); verifica dell’attuazione delle leggi statali e “valutazione dell’impatto delle politiche pubbliche sul territorio” (senza potere decisionale e senza tuttavia evitare rimpalli e “navette” del caso). Altra cosa non chiara è quanto lavoreranno questi senatori con doppi incarichi… si riuniranno una volta al mese? 2 alla settimana? Mi sembra davvero difficile possano svolgere bene un doppio incarico.
  • Altro nodo è l’immunità parlamentare… I Consiglieri regionali che verranno eletti Senatori godranno di tale immunità e considerato l’esercito degli indagati presente in questa categoria di politici, non c’è da stare tranquilli…
  • Le Regioni a Statuto Speciale… Pare che i consiglieri senatori delle regioni a statuto speciale potrebbero non arrivare mai a sedersi sull’agognata poltrona per via del vigente art. 122 della Costituzione che prevede l’incompatibilità tra la carica di consigliere regionale e quella di parlamentare… le regioni a Statuto Speciale dovranno modificare con leggi costituzionali i loro Statuti prima dell’entrata in vigore della nuova Riforma.  L’adeguamento degli statuti regionali avverrà probabilmente in tempi molto lunghi, sia perché non è posto alcun termine di tempo entro cui tale adeguamento dovrà avvenire, sia perché l’adeguamento potrebbe segnare la rinuncia all’autonomia speciale… Non ci saranno problemi in tal senso vero?
  • Altro Tema dibattuto e interessante, ma non previsto dalla Riforma, è quello del “vincolo di mandato” per i parlamentari. E’ importante inserirlo? E’ giusto che un Parlamentare eletto con uno schieramento politico non possa cambiare “casacca”?
Aldilà di presunte semplificazioni e risparmi, questi e altri sono i motivi, come metodi, Nazareni e Voti di Fiducia, contrappesi vacillanti e pericolosi “combinati disposti”, per cui auspico che se dovesse vincere il NO, come io spero, si vada ad aprire una stagione di reale e leale confronto, di partecipazione e di condivisione di riforme, ad iniziare da quella Elettorale, che ci porti un nuovo Governo, finalmente legittimato dal voto di Italiani maggiormente consapevoli grazie anche a questo quesito referendario

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Andamento Mercato Azionario USA per Presidente

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La Maison Emilio Pucci lascia la sede di Firenze… che tristezza!

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Una delle Aziende simbolo di Firenze lascerà la sua sede storica. Una nota della famosa Maison  riporta “La decisione della Emilio Pucci di trasferire i dipendenti della sede Fiorentina negli uffici di Milano è stata presa per riunire tutte le funzioni non produttive in un’unica sede. L’obiettivo è creare una maggiore efficienza e una migliore sinergia operativa. L’attività di Emilio Pucci, si concentrerà su due poli: uno produttivo, a Bologna, e l’altro, creativo e commerciale a Milano. Ai dipendenti della sede fiorentina sarà proposto il trasferimento a Milano”.

Purtroppo la Emilio Pucci come molte altre aziende prestigiose italiane, adesso è di proprietà di investitori internazionali, in questo caso della LVMH (Moet Hennessy Louis Vuitton proprietaria tra le altre anche di Bulgari, Fendi e Loro Piana) e queste sono le conseguenze di politiche economiche ottuse, per non pensare male e dire peggio.

Il Governo Renzi invece di abbassare le tasse per rendere più competitive le aziende italiane, continua ad abbassare il costo del lavoro, incentivando le multinazionali che, rilevando società e gioielli di Stato, offrono nuovi rapporti di lavoro remunerati in maniera peggiorativa per il dipendente.

Perdendo le proprietà delle risorse economiche, viene svuotato il Belpaese e il suo sistema produttivo di tutte le risorse economiche (e le tasse ormai le pagano solo i dipendenti), il debito pubblico inevitabilmente continua a salire, la Revisione della Spesa Pubblica è sempre più a carico dei lavoratori, mentre la spesa per Sanità, Assistenza e Previdenza continuano ad essere depauperate, l’Italia e gli italiani sono sempre più genuflessi e ricattabili dalle JPMorgan e Standars and Poor di turno. Se continuiamo così…

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